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mercoledì 14 dicembre 2016

Archeologia. Egitto, scoperta la "tomba" di una barca reale. E’ stata portata alla luce dagli archeologi una lunga camera decorata con incisioni di battelli. La funzione era di ospitare la barca funebre di un faraone della XII dinastia

Archeologia. Egitto, scoperta la "tomba" di una barca reale. E’ stata portata alla luce dagli archeologi una lunga camera decorata con incisioni di battelli. La funzione era di ospitare la barca funebre di un faraone della XII dinastia
di A.R. Williams

Sotto le sabbie dorate a ovest del Nilo, nell'antico sito sacro di Abydos, gli archeologi hanno fatto una straordinaria scoperta: un'intera flotta di navi incise sui muri interni di una lunga camera ipogea, costruita con mattoni di fango, e risalente circa al 1.840 a.C.
 La struttura fa parte del complesso funerario del faraone Sesostri III, della XII dinastia. Questa scoperta unica rivela nuovi dettagli su come si svolgevano i riti funebri degli antichi sovrani. Suggerisce inoltre che in questo luogo venisse ancora seguita un'antica tradizione di sepoltura che presto sarebbe svanita, rimpiazzata da pratiche funerarie più alla moda.  La struttura sotterranea è stata notata per la prima volta tra il 1901 e il 1902, quando l'archeologo inglese Arthur Weigall trovò una copertura con la volta a botte, la parte superiore dei muri interni e un primo scorcio delle decorazioni. Ma quando la sua squadra provò a scavare, un crollo nella parte centrale della
copertura mise fine al progetto.
Ora gli archeologi dell'Università della Pennsylvania, in collaborazione con il Ministero delle Antichità egiziano, hanno riportato alla luce le rovine di ciò che una volta era una costruzione lunga circa 21 metri e larga 4. Lo scavo è stato in parte finanziato dalla National Geographic Society e i risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Nautical Archaeology.
I muri intonacati e imbiancati con cura sono decorati con più di 120 incisioni di imbarcazioni, ciascuna leggermente diversa dall'altra. Alcune sono semplici contorni dello scafo, curve somiglianti a lune crescenti. Altre sono più elaborate, e mostrano l'albero, i vessilli e i vogatori. Per lo più sono vicine tra loro, e molte si toccano o si sovrappongono. All'inizio, Wegner e il suo gruppo non avevano idea di quale scopo avesse questa sala. "Eravamo abbastanza disorientati", racconta, "ci aspettavamo una tomba". Gli indizi trovati dagli archeologi suggeriscono però che la stanza fosse stata costruita per seppellirvi una grande imbarcazione di legno usata per un funerale reale, in linea con una tradizione risalente alle prime dinastie egizie.
Lo stesso Wegner, durante il dottorato, partecipò a uno scavo ad Abydos dove furono trovate 14 imbarcazioni di legno (vedi foto sotto), alcune delle quali lunghe fino a 23 metri, risalenti al 3.000 a.C.. Giacevano tutte in strutture costruite con mattoni di fango e disposte intorno al complesso funebre di un re della I dinastia.
Dagli indizi trovati da Wegner si deduce che anche in questo sito, noto come Abydos meridionale, è stato seguito uno schema simile. Quando gli archeologi hanno scavato per trovare il pavimento della stanza decorata dalle incisioni, si sono accorti che si incurva delicatamente: la forma perfetta per ospitare lo scafo di una barca. Hanno inoltre trovato alcuni pezzi di legno, molto deteriorati e attaccati dagli insetti.

Secondo Wegner si tratta dei frammenti del fasciame di una barca, razziata per ottenerne il legname. Poiché è in qualche modo connessa con una figura reale, il legname era molto probabilmente di pregio, forse tavole di cedro importato dal Libano: un furto di grande valore, soprattutto in una terra in cui gli alberi sono scarsi.
La nave sarebbe stata costruita durante la XII dinastia, quando l'Egitto iniziò una campagna militare contro le popolazioni a Levante e contro la Nubia a Sud. Durante questo periodo, caratterizzato da grande ricchezza e potere, il faraone doveva avere un tesoro da spendere per i progetti monumentali, compresi più luoghi di sepoltura. Ciascuno richiedeva investimenti ingenti e rifletteva stili diversi.

Una capitale e una sepoltura misteriosa
Sesostri III governò, infatti, dal Nord del paese, e lì aveva un luogo di sepoltura. La sua capitale, Itjtawy, si trovava nel Fayyum, una regione, a circa 450 chilometri più a Nord di Abydos. Capire dove fosse esattamente è stato uno dei grandi misteri dell'archeologia dell'antico Egitto, almeno finché l'esploratrice di National Geographic Sarah Parcak non identificò, grazie alle immagini satellitari, un sito che poteva presumibilmente essere identificato con l'antica capitale. Secondo la tradizione, la tomba del faraone era in una piramide di Dashur, una località sulla riva occidentale del Nilo a una quarantina di chilometri dalle famose piramidi di Giza della IV dinastia. Ma è ormai certo che non sia davvero sepolto lì.
Il faraone ebbe anche una tomba, un vero e proprio complesso funerario, nel sito antico di Abydos, molto più a sud. Era il luogo mitico della tomba di Osiride, il dio dell'aldilà, e a lungo è stato importante meta di pellegrinaggio. "Sesostri III era devoto al culto di Osiride, che era venerato nei principali templi di Abydos", spiega Weger. Infatti, mentre costruiva il suo luogo per il riposo definitivo, il faraone diede il compito ai suoi dignitari di rinnovare completamente il tempio del dio.
La tomba reale era scavata nelle profondità di un letto di roccia, sotto una scarpata conosciuta nell'antichità come "Montagna di Anubi", il dio con la testa di sciacallo associato alla mummificazione. La squadra di Weger ha scavato lì. Tra le altre cose, ha trovato un magnifico sarcofago di pietra. Era vuoto e non nella collocazione originaria. Questi ed altri elementi hanno confermato agli archeologi che Sesostri III era stato sepolto ad Abydos. Il faraone era quasi sicuramente morto altrove, quindi il suo corpo doveva essere stato portato ad Abydos. E il percorso più logico era lungo il Nilo. Weger immagina che ci sia stata una lunga processione di barche in viaggio lungo il fiume per accompagnare quella reale, che portava le spoglie mortali del faraone appena defunto. Nella solennità della cerimonia funebre almeno una di quelle barche è stata probabilmente trascinata sulla sabbia e trasportata nella camera sotterranea di mattoni di fango. E allora, forse, ciascuna delle molte persone che avevano partecipato al rituale ha lasciato una decorazione: l'immagine di una barca incisa rapidamente sul muro della camera per commemorare il trapasso del re.
I preparativi di Sesostri III per il suo stesso trapasso lasciano già intravedere che i riti funebri stavano cambiando. I faraoni hanno continuato a costruire piramidi fino al 1.500 a.C., ma cominciava a prendere forma l'idea di tombe nascoste.
Durante il Nuovo Regno, la successiva epoca d'oro egizia, i regnanti celarono le loro tombe nella Valle dei Re, mentre la tradizione delle barche funebri si era estinta del tutto. La più famosa scoperta della Valle dei Re, la tomba di Tutankhamon, ha restituito splendidi modelli di barche, la cui funzione era simile a quella a dimensione reale di Sesostri III. Gli antichi egizi credevano che i modellini sarebbero diventati magicamente vere barche pronte all'uso per il re deceduto nell'aldilà. E anche se tanti dettagli sono cambiati nel corso del tempo, questi riti per la preparazione all'eternità si sono mantenuti intatti per trenta dinastie, circa 3.000 anni di storia.


Foto di Joseph Wegner

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