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martedì 17 maggio 2011

Iraq. Trafugati migliaia di reperti archeologici


Fuga di materiali archeologici.
di Martina Calogero

Oltre alla situazione turbolenta degli ultimi tempi, in Iraq c’è un’altra questione che non riguarda civili o soldati uccisi, condizioni di vita precarie, problemi e contraddizioni di una guerra difficile, ma la fuga di materiale artistico e archeologico. Infatti, lo stato iracheno si trova nella regione definita come la culla della civiltà: le culture più antiche del mondo si sono sviluppate nella Mezzaluna Fertile e si sono lasciate alle spalle un’enorme quantità di edifici, artefatti e documenti.
Dall’inizio della guerra artefatti dall’inestimabile valore artistico ed economico vengono trafugati costantemente. Fino ad ora, i reperti di grande valore artistico e storico sottratti all’Iraq sono centinaia di migliaia. Ma i numeri sono approssimativi perché, come spiega il consulente culturale del Dipartimento di Stato americano, John Russell, i tombaroli non documentano quello che fanno e le autorità non sanno esattamente quanti siano i reperti trafugati: ci si accorge del furto solo quando questi artefatti vengono recuperati dalla polizia o rivenduti.
Durante un sequestro sono state ritrovate dozzine di tavolette con incisioni di cui nessuno conosceva l’esistenza fino a poco tempo prima. E negli Stati Uniti sono stati recuperati 1054 artefatti iracheni ottenuti illegalmente, tra cui una coppia di orecchini assiri in oro, risalenti a 2800 anni fa e appartenenti al Tesoro di Nimrud. Inoltre, 2500 reperti sono riemersi in Giordania, oltre 760 in Siria e circa 20 in Italia.
L’ex direttore del Museo Nazionale Iracheno, Donny George Youkhanna, fuggito dall’Iraq nel 2005 e oggi docente presso la Stony Brook University di New York, afferma che è un problema iracheno e che sono il Governo e gli iracheni a dover compiere il primo passo verso una più attenta protezione del loro patrimonio culturale.
I tombaroli operano nei musei e nei numerosi siti archeologici a cielo aperto, scavando senza criterio e guastando i reperti per ottenere preziosi, oro e materiale di grande interesse artistico. Senza considerare che i siti archeologici di interesse mondiale sono stati danneggiati dall’esercito americano, malgrado una parte di esso sia stato impiegato proprio a protezione dei luoghi di importanza culturale. Inoltre, alcuni artefatti d’arte moderna vengono distrutti per cancellare dal Paese ogni simbolo che ricordi Saddam Hussein.

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